Ricavare lo spettro di una teoria dei campi dalla formulazione euclidea

Come abbiamo visto in un articolo passato, è spesso comodo effettuare una rotazione di Wick dell’integrale sui cammini per ottenere la sua versione euclidea, che possiamo schematicamente scrivere come

Z=DϕeS[ϕ]

dove i ϕ indicano schematicamente i campi della teoria (usiamo ϕ per semplicità, ma i campi possono essere anche fermionici o vettoriali, ecc.). Il vantaggio immediato è che ora l’integrale è assolutamente convergente invece che oscillatorio, ed è quindi trattabile con vari metodi.

Rimane tuttavia da capire quale sia la connessione tra la teoria euclidea e la teoria nello spazio di Minkowski. Qui vediamo come è possibile estrarre lo spettro della teoria di Minkowski a partire dalla formulazione euclidea. Consideriamo un operatore A. Una sua funzione di correlazione può essere scritta ad esempio come

A(0)A(t)=1ZDϕA(0)A(t)eS[ϕ]

Pertanto la funzione di correlazione può essere calcolata interamente in termini di quantità euclidee. Ora notiamo che la funzione di partizione può anche essere scritta come

Z=tr(eTH)

dove H è l’Hamiltoniana della nostra teoria e T è la lunghezza della dimensione temporale del nostro spaziotempo. Pertanto la funzione di correlazione può anche essere scritta come

A(0)A(t)=1Ztr(A(0)A(t)eTH)

Nella rappresentazione di Heisenberg possiamo scrivere A(0)=A e A(t)=etHAetH. Poiché l’Hamiltoniana è hermitiana otteniamo quindi

A(0)A(t)=1Ztr(AetHAetHeTH)

Possiamo quindi inserire un insieme di autostati dell’Hamiltoniana |n con energie En, che quindi soddisfano n|etH|m=etEnδnm. Perciò otteniamo

A(0)A(t)=1Zn,mn|A|mm|A|netEn+(tT)Em=1Zn,m|n|A|m|2etEn+(tT)Em

Ora poiché n e m sono variabili mute e A è hermitiano, possiamo anche scrivere

A(0)A(t)=12Zn,m|n|A|m|2etEn+(tT)Em+12Zn,m|n|A|m|2etEm+(tT)En==1Zn,m|n|A|m|212[e(tT/2)En+(tT/2)Em+e(tT/2)Em+(tT/2)En]e(En+Em)T/2==1Zn,m|n|A|m|2cosh[(EnEm)(tT/2)]e(En+Em)T/2

Per cui maggiore è l’energia di uno stato, più sarà soppresso per T grande. Tuttavia in realtà conta solo la differenza di energia rispetto allo stato fondamentale, che possiamo quindi prendere con energia nulla. Ciò è evidente nel coseno iperbolico, dove compare solo una differenza di energie. Ma anche nell’esponenziale possiamo prendere En e Em come differenza di energie: infatti possiamo scrivere alla stessa maniera la funzione di partizione,

Z=tr(eTH)=n=0eTEn

Poiché le energie appaiono sia al numeratore che al denominatore in un esponenziale, siamo liberi di aggiungere una costante EnEn+C e tutte queste costanti si cancelleranno nell’espressione per A(0)A(t). Perciò possiamo decidere che lo stato fondamentale abbia energia nulla E0=0.

Ora nel limite T tutti gli stati eccitati sono soppressi da un fattore di eTEm e quindi i termini corrispondenti vanno a zero. Perciò nel limite T abbiamo

A(0)A(t)=n=0|n|A|0|2etEn

Poiché conosciamo già A(0)A(t), avendolo misurato dall’integrale sui cammini euclideo, possiamo fittarlo alla forma esponenziale che abbiamo a sinistra e così ottenere l’energia dei primi stati eccitati.

In pratica, ad esempio nelle simulazioni numeriche, non è possibile calcolare il limite T, perciò si fanno dei calcoli per diversi valori di T, che viene poi introdotto come parametro del fit. Molto spesso si possono anche effettuare dei giochetti scegliendo diversi operatori A: ad esempio tramite considerazioni di simmetria si possono scegliere degli operatori per cui n|A|0 è zero per diversi stati n, e quindi estrarre le energie degli stati rimanenti.

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