Abbiamo già visto l’idea di base di forma differenziale, nonché la definizione di prodotto cuneo e di derivata esterna. Vediamo nel seguito alcune proprietà delle forme differenziali.
Spazi delle p-forme
In Rn abbiamo una base di differenziali dx1,dx2,…dxn. Una p−forma è una forma differenziale che contiene esattamente p differenziali diversi, ad esempio y2dx è una 1−forma, mentre xdy∧dx+zxdz∧dy è una 2−forma. Una forma differenziale non può contenere due differenziali identici: poiché il prodotto cuneo è antisimmetrico, abbiamo infatti dx1∧dx1=0, ecc. Se i differenziali identici non fossero contigui, possiamo commutare i prodotti utilizzando l’antisimmetria e prendendo dei −1 in modo tale da renderli contigui. Quindi se una p−forma contiene due differenziali identici, allora è nulla.
Qual è la dimensione dello spazio delle p−forme? Sicuramente date due p−forme la loro somma è ancora una p−forma, per cui lo spazio delle p−forme è uno spazio vettoriale. Viene di solito denotato Λp(Rn). Che dimensione ha? Abbiamo detto che una p−forma non può contenere due differenziali diversi. Per cui per un elemento della base di Λp(Rn) dobbiamo scegliere p differenziali diversi tra n possibili differenziali. Queste sono (np) possibili scelte, per cui:
dimΛp(Rn)=(np)
Come ci aspettiamo ritroviamo che lo spazio delle 0−forme, cioè le funzioni, ha dimensione 1, mentre lo spazio delle 1−forme ha dimensione n. Particolare importanza assumerà nei prossimi articoli il fatto che (np)=(nn−p). In particolare le n−forme hanno dimensione 1. In n dimensioni non esistono forme con p>n: in questo caso saremmo infatti costretti a scegliere due differenziali uguali, per cui la forma sarebbe nulla.
Orientazione
Abbiamo visto che in n dimensioni lo spazio delle n−forme ha dimensione uno. La n-forma
ω=±dx1∧⋯∧dxn
è detta orientazione dello spazio. Abbiamo due possibili orientazioni: possiamo scegliere il + o il −. Non esiste un modo canonico per scegliere una delle due, perché siamo sempre liberi di riordinare gli elementi della base a nostro piacimento.
Algebra di Grassmann e di Clifford
Un’algebra è uno spazio vettoriale su cui è definito un prodotto. Il prodotto esterno tra una p−forma e una q−forma è una (p+q)−forma. Per cui se vogliamo formare un’algebra delle forme differenziali dobbiamo includere le forme di ogni grado. Lo spazio vettoriale di tutte le forme su Rn è detto algebra esterna o algebra di Grassmann, indicata con Λ(Rn). In termini formali possiamo scrivere Λ=⊕np=0Λp. Un elemento di Λ è ad esempio 4dx+18y2dx∧dz, possiamo cioè sommare forme con un numero diverso di differenziali.
Possiamo interpretare l’algebra di Grassmann come un’algebra di Clifford in cui la metrica è identicamente nulla.
La derivata seconda è nulla
Una proprietà fondamentale della derivata esterna è d2=0. Ovvero applicando due volte la derivata esterna ad una qualsiasi forma, otteniamo 0. Ad esempio abbiamo visto che per γ1=xydx+zdz, allora dγ1=xdy∧dx. Potete verificare facendo il calcolo diretto che d(dγ1)=0. Ciò è sempre vero. Infatti abbiamo visto che per definizione
ω=∑IωI(x)dxI⟹dω=∑I,j∂ωI(x)∂xjdxj∧dxI
Per cui applicando la derivata una seconda volta
d(dω)=∑I,j,k∂2ωI(x)∂xk∂xjdxk∧dxj∧dxI
Ma il prodotto delle derivate parziali è simmetrico, mentre il prodotto dxk∧dxj è antisimmetrico, per cui in totale d(dω)=0.
Derivata del prodotto
La derivata esterna di un prodotto segue la seguente regola. Se α è una p−forma e β è una q−forma, allora
d(α∧β)=dα∧β+(−1)pα∧dβ
L’idea è che il differenziale dovuto a d deve attraversare i p differenziali di α prima di arrivare a β. La dimostrazione segue facilmente dalla formula per la derivata.
Nel prossimo articolo una prospettiva diversa sulle forme differenziali.