Terminologia scientifica in italiano

A me pare che nella terminologia della fisica (come nel resto della scienza e anche del linguaggio comune) si mostrino due cruciali problemi terminologici:

  1. Proliferazione di termini desueti, inutilmente complicati e poco rappresentativi.
  2. Diffusione incontrollata di termini inglesi dove non ce n’è bisogno.

Per esplicare il punto 1 basta nominare la confusione dei seicento momenti che piagano la meccanica rotazionale e la vita di chi la pratica.

Per esplicare il punto 2, ricordo quando quindicenne alle olimpiadi di fisica usciva un problema di “scattering” e io fuggivo impaurito da tal terribile ircocervo. Scattering si traduce con “sparpagliamento”, che è esattamente la stessa cosa, rende bene l’idea, e non fa paura.

Propongo qui una serie di modifiche (minime) alla terminologia fisica che aiutano la conversazione in italiano e la comprensione della materia. Nel blog ho adottato la convenzione di usare i termini inglesi solo se il corrispondente italiano non è diffuso, ma di nominare sempre la possibile traduzione.

Questioni di momento:

  1. quantità di moto -> momento. Rende nettamente più facile parlare e scrivere di questa quantità importantissima. Tra l’altro rafforza la simmetria tra meccanica lineare e rotazionale (il momento angolare rimane tale). Altrimenti, si può adottare la terminologia della teoria quantistica dei campi: impulso.
    La forza è la derivata del momento.
  2. momento d’inerzia -> inerzia. Una specie di metonimia che può risultare forzata all’inizio, ma anch’essa risparmia un sacco di fatica inutile.
    Il momento angolare è dato dal prodotto dell’inerzia e della frequenza angolare.
  3. momento torcente -> torcente. Procedura ampiamente documentata nella logopoiesi italiana e ampiamente dovuta. Giustifica anche l’uso del tau per rappresentarlo.
    Il torcente è la derivata del momento angolare.

Termini desueti:

  1. sistema di riferimento -> cornice. Traduzione dall’inglese ben dovuta per chiunque studi la relatività ristretta.

Questioni d’inglese:

  1. scattering -> sparpagliamento. Traduce chiaramente l’idea e gli dà un tocco di giocosità divertente.
    Lo sparpagliamento elettrone elettrone.
  2. coupling -> accoppiamento. Basta guardare un dizionario.
    La costante di accoppiamento dell’elettrodinamica.
  3. labellare -> etichettare. Sì, c’è davvero chi lo usa.
  4. redshift -> arrossamento. Davvero facile!
  5. blueshift -> imbluimento. Un po’ meno ovvio, ma di nuovo facile.
  6. push-forward -> spinta oppure mappa differenziale. Il secondo deriva dalla terminologia classica, il primo rende l’idea.
    La spinta del vettore $X$ da $p$ a $\phi(p)$
  7. pull-back -> respingimento. Simmetrico rispetto al n.6
    La derivata di Lie di un tensore rispetto ad un vettore è la derivata all’origine del suo respingimento lungo il diffeomorfismo generato dal vettore.
  8. ensemble -> assemblea/insieme
  9. no-cloning theorem -> teorema della non-clonabilità, oppure teorema dell’impossibilità della clonazione.
  10. no-go theorem -> teorema del non (per mantenere l’informalità originale) oppure teorema dell’impossibilità.
  11. massless -> senzamassa.

Posso suggerire, se le parole sono troppo lunghe, di considerare l’ipotesi di crearne di nuove sostituendo a -mento, -o. “sparpagliamento” -> “sparpaglio”, e via dicendo. Personalmente lo trovo eccessivo.

Aggiornerò la lista man mano che troverò buone traduzioni. Siete pregati di contribuire, se vi va. La cosa cruciale da capire: non dobbiamo liberarci dell’inglese o del vecchiume, ma dobbiamo liberarci del nostro bisogno dell’inglese, e del nostro bisogno di vecchiume.